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Artigianato termoionico

Pubblicato da Fabio il 30/01/2011 alle 14:29 in "Elettronica".
Dal primo transistor ad oggi sono passati circa 60 anni, prima di questi componenti l'unico componente attivo esistente era la valvola termoionica, detta anche tubo termoionico.

Le valvole sono dei tubi di vetro sotto vuoto con all'interno un filamento in grado di emettere elettroni (catodo) ed un secondo elettrodo (anodo) che ha il compito di raccoglierli. Interponendo fra catodo e anodo una griglia metallica era possibile modulare il flusso di elettroni e quindi la corrente nel dispositivo.
Applicando una tensione in griglia si otteneva un corrispondente segnale in uscita, però notevolmente amplificato.

Per la presenza di questi tre elementi la valvola è definita tecnicamente triodo. Aggiungendo una seconda griglia si ha un tetrodo e aggiungendone una terza (ovviamente) un pentodo.

Al giorno d'oggi siamo abituati ai microcircuiti, al montaggio superficiale, ai 32 nm, a fabbriche come questa che sfornano le memorie per le nostre fotocamere.

E' curioso vedere come invece la realizzazione di una valvola sia più simile all'artigianato, come mostrato in questo video: parte 1, parte 2.

PS: La scelta della musica di sottofondo è tremendamente azzeccata.
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Yamaha AX-492: stadio di potenza

Pubblicato da Fabio il 10/10/2010 alle 11:33 in "Elettronica".
L'AX-492 è un amplificatore integrato da 85W su 8 ohm prodotto dalla casa dei tre diapason sul finire degli anni '90.
Questo apparecchio fa parte da oltre 10 anni della mia catena HiFi e solo da poco sono entrato in possesso del manuale di servizio.

Sul manuale di servizio sono ovviamente presenti tutti gli schemi elettrici dell'apparecchio e le indicazioni di taratura, essendo ormai fuori produzione da svariati anni riporto di seguito lo schema di principio della sezione di potenza, sicuramente la parte più importante ed interessante da analizzare di un amplificatore audio.

Yamaha AX492 - Power Stage
Yamaha AX492 - Power Stage

L'impostazione è quella classica di un amplificatore a transistor, con qualche variazione.
Lo stadio d'ingresso è un differenziale di PNP (Q103-Q105) caricato con uno specchio di corrente (Q107-Q109), la particolarità è che è sprovvisto di generatore di corrente costante, ma usa una resistenza collegata ad un regolatore a zener.

Segue lo stadio di guadagno in tensione realizzato con un darlington composto da Q113 e Q115, alimentato con un generatore di corrente costante (Q111).
Fra il collettore di Q115 e Q111 è presente il transistor Q117 che nella scheda è posizionato a contatto con il dissipatore e svolge la funzione di compensazione termica (è un classico moltiplicatore di Vbe).

In cascata troviamo lo stadio driver complementare che ha il compito di pilotare i finali con un'adeguata corrente.
Lo stadio finale è il classico push-pull con una singola coppia complementare composta da 2SA1492 e 2SC3856, dei transistor BJT della Sanken da 180V e 15A, con la notevole frequenza di transizione di 20MHz (venti!!!).
I transistor finali sono degli ottimi componenti in grado di mantenere il guadagno in corrente pressoché stabile fino a quasi 5A.

I due transistor Q127 e Q129 implementano la protezione dell'amplificatore: misurano la caduta di tensione sulla degenerazione di emettitore del finale ed agisono sul relè di protezione, quindi nessuna deleteria (per il suono) protezione fold-back connessa sul pilotaggio dei finali.

Nel suo complesso lo stadio dovrebbe avere un guadagno di circa 47 volte e una banda passante di oltre 200kHz, ma prendete questi dati come semplici ipotesi, sarebbe necessario come minimo una simulazione su Spice per averne un'idea più precisa.

In conclusione i tecnici Yamaha hanno sviluppato uno stadio amplificatore semplice, con componentistica di pregio e che ha tutte le carte in regola per non sfigurare in un impianto HiFi.

Aggiornamento: Ridisegnato lo schema elettrico per renderlo meglio leggibile.
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Una vecchia calcolatrice Sharp EL-545

Pubblicato da Fabio il 05/09/2010 alle 11:36 in "Elettronica".
La Sharp EL-545 è una calcolatrice scientifica della fine degli anni '80, con alimentazione puramente solare. Questa caratteristica è quasi una rarità, visto che la maggior parte delle calcolatrici scientifiche usano batterie od un ibrido batteria + cella solare.
Un corpo in plastica con rivestimento superiore in metallo, display a cristalli liquidi a 10 cifre (più 2 per l'esponenziale) il tutto in meno di 8 mm di altezza. Degno di nota il sistema di calcolo e conversione in decimale, binario, ottale ed esadecimale.
Nonostante i suoi 20 anni, le serigrafie sono ancora perfettamente visibili.

E' stata la calcolatrice dei miei 5 anni di istituto tecnico ed ha continuato a seguirmi all'università, ultimamente però le sue prestazioni erano peggiorate, aveva bisogno di molta più luce per accendersi e la cella solare mostrava delle macchie strane.
Urgeva una pulizia, ed ecco la vetusta calcolatrice nelle sue parti principali:

Sharp EL-545

Notare il processore aritmetico su stampato flessibile, il condensatore miniaturizzato da 10uF/6.3V e quella specie di diodo LED, che suppongo serva per rilevare la presenza della luce (infatti all'interno si trova posizionato dietro la cella solare).

Con una soluzione di acqua distillata e qualche goccia di detergente per vetri, ho ripulito tutte le parti della calcolatrice, ad eccezione del tastierino che non ho smontato (non volevo passare il pomeriggio a riposizionare tastini).
Con la stessa soluzione ho pulito tutti i contatti tra cella solare, PCB e condensatore che, essendo a pressione, potrebbero risentire della presenza di eventuali ossidazioni.

Terminata la pulizia si può procedere al rimontaggio, facendo attenzione a riposizionare il polarizzatore del display a cristalli liquidi (quella striscia di plastica scura) nel giusto verso, per non ritrovarsi i colori invertiti (cifre chiare e sfondo scuro).
Dopo questa manutenzione la calcolatrice sembra tornata a funzionare normalmente.

Sarà pure vetusta la mia (fida) Sharp, ma ormai ci sono affezionato. smile
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